giovedì 30 ottobre 2014

Burattinai disoccupati Social Club

Si è molto scritto, in questi giorni, su quella parte di sinistra che ha sostituito con l'antirenzismo viscerale l'antiberlusconismo militante dell'ultimo ventennio, usato contemporaneamente come unico collante di forze altrimenti disgregate e divise su tutto, e come copertura del totale vuoto di idee e di progettualità politica che ha causato il progressivo ripiegamento e la consistente perdita di voti del Pd e dei suoi alleati. In effetti, i toni sono gli stessi, stessa è la affannosa ricerca di una delegittimazione ad ogni costo anche se, in questo caso, contro ogni logica visto che Renzi è stato eletto Segretario del Pd con le primarie, con i voti di quasi due milioni di elettori del partito, e dunque farlo passare per un alieno usurpatore è esercizio un tantino più complesso della rappresentazione che invece si è fatta negli anni di Berlusconi, come prodotto di un bacino elettorale di minus habens ipnotizzati dalle sue reti televisive, ma tant'è, nel furore della battaglia a difesa delle rendite di posizione non si può pretendere che partecipi anche la logica, specie quando l'invettiva lanciata a casaccio è tanto più efficace, mediaticamente, e tanto meno faticosa del ragionamento.
Ma in questa condivisibile analisi dei fatti, manca una categoria, a completamento del quadro dello scontro in atto, ed è quella più subdola, più sottile, più arrogante perchè travestita da saggia osservatrice che vorrebbe vendersi per distaccata e razionale, e dunque obbiettiva e disinteressata, e naturalmente preoccupata solo delle sorti del paese, mentre invece patisce male, e metabolizza peggio, la propria caduta dalla cattedra dove si era, del tutto immeritatamente, installata. La categoria dei burattinai rimasti disoccupati merita davvero un approfondimento a parte, un ritrattino ad hoc, prima che sparisca nell'oblio, perchè ne resti comunque il ricordo, insieme a quello del danno che ci ha procurato e che ancora tenta di procurarci, con le residue forze - per fortuna sempre più esigue - che le sono rimaste.
I componenti di questo Social Club per reduci di lungo corso, si distinguono per due significative caratteristiche: hanno partecipato, a vario titolo e spesso per lungo tempo, al governo di comuni, province, regioni, partecipate, enti pubblici, ed hanno fatto politica nella  Prima e nella Seconda Repubblica seguendo il consolidato schema consociativo per cui si fa finta di scontrarci ma intanto si regna tutti insieme, ci si accorda su tutto, ci si blocca amabilmente con piccoli quanto redditizi poteri di veto da far valer negli immancabili quanto inconcludenti tavoli delle trattative, e intanto si resta tutti solidamente al proprio posto, inanellando pensioni d'oro, vitalizi di platino, a conferma che la politica, se fatta con criterio, allunga la vita a dismisura, e certo ne migliora la qualità individuale. E pazienza se il rovescio della medaglia è la progressiva paralisi di un paese, mors tua vita mea è da sempre il primo motto della nostra repubblica corporativa.
Ora, ciò che ha sempre permesso a costoro di restare a galla, oltre ad un reddere ationem sempre rinviato più avanti, nel tempo cristallizzato di un'unica generazione al potere, sempre la stessa, al comando da settant'anni, è la loro consolidata attività di burattinai, altrimenti nota come cooptazione, ovvero: cari ragazzi state buoni e mettevi in coda, dateci retta, obbediteci, serviteci e sosteneteci fedelmente, poi quando avrete almeno cinquant'anni vi permetteremo di accedere ad incarichi più alti, ma sempre restando sotto la nostra ferma ed inoppugnabile guida, chè qui comandiamo noi e su questo non si discute.
Dunque, il problema che ora li intossica, e li spinge all'ultima, si spera, disperata offensiva mascherata niente meno che da lotta contro il nuovo tiranno Renzi, è che costui ha osato fare a meno di loro, costituendo un precedente pericolosissimo perchè potenzialmente letale per la sopravvivenza dell'intera categoria. Ci hanno provato, fin dall'inizio, a manipolarlo, alcuni lo hanno persino sostenuto pensando poi di poterlo governare a loro piacimento, riproponendosi nell'eterna veste di padri nobili e consiglieri infallibili, ma stavolta gli è andata male, perchè il ragazzo ha mostrato subito una inequivocabile ed  irresistibile propensione a fare di testa sua, ed ha esercitato quel sano diritto-dovere che dovrebbe essere proprio e naturale di ogni generazione, ovvero quello di andare a conquistarsi la propria posizione senza chiedere permessi e benedizioni a nessuno, una cosa del tutto fisiologica nel resto del mondo, un atto di inaudita ribellione nel paese dell'unica sempiterna generazione al comando.
Che dunque ha cominciato a sparargli addosso, ed a farlo con furbesco cinismo, l'unico ingrediente che permette di proporre continue giravolte di pensiero spacciate per profetiche previsioni almeno tre volte al dì. O alla settimana, o al mese, a seconda dei tempi di reazione necessari ad assorbire ogni malaugurio caduto nel vuoto ed a reinventarsi esperti nella strategia del nulla mischiato con qualche amena bugia. La tattica è questa: sorvolare saggiamente su ogni responsabilità maturata nel disastro di questo paese, riproporre vecchi cavalli di battaglia, già ampiamente falliti ma sempre buoni per i poveri di spirito, agitare lo spettro della democrazia in pericolo, aggiungere la profezia del tiranno in pectore, e spostare sempre l'asticella un po' più in là, ad ogni previsione sbagliata. Cadrà sul Senato, no, sul Jobs Act, no, sulla Finanziaria, no, in Europa - prossima fermata, temiamo, i disordini di piazza.
E intanto, ripetere che Renzi "non ascolta", messaggio in codice per dire che non ascolta costoro, i saggi, i manovratori, i gestori della cosa pubblica mandata allo sfascio.
E intanto, deridere i suoi elettori, quelli che vanno alla Leopolda, e non si capisce, perbacco, perchè invece non siano accorsi in massa a qualche ristretta riunione di reduci e vecchie glorie dello zero virgola nulla, ad imparare come si fa a stare al mondo e galleggiare sempre. E davvero questi giovani sono maleducati e riottosi, preferiscono andare a sentire uno di loro, che li spinge a non aspettarsi nulla dall'alto ma a battersi per ciò che vogliono conquistare, invece di partecipare ad un bel convegno sulla necessità di inchiodare ancora questo paese  per un paio d'anni con una bella, vasta, colta, saggia, interminabile e del tutto inutile discussione sulle riforme. Come se averne parlato per trent'anni non fosse stato abbastanza.
E intanto, ammiccare fra nati imparati e nati tutelati, fra un Social ed un club privè, fra una fondazione ed un convegnino, fra un "fummo i gattopardi" ed il "abbiamo ancora ragione noi ma ce lo diciamo fra pochi, che costruire consenso e voti pare brutto ed anche un tantino, ecco, cheap".
E intanto, continuare a raccontarsela, guardando sempre indietro, senza mai riconoscere i proprio errori, per carità, come se il presente non esistesse ed il futuro non fosse tutto da costruire.
E intanto, illividire di meschino rancore per chi, a differenza loro, ha fatto a meno di padri e padrini, di manipolatori e burattinai, e testardamente va avanti da solo, aprendo la strada ad una nuova generazione ma anche, già, a quella che la seguirà.
E intanto, non capire che questo paese ha già scelto, e non per mancanza di alternative - ultimo desolante alibi degli sconfitti da se stessi - ma perchè ha finalmente capito una lezione importante, ovvero che è meglio pagare gli inevitabili errori di inesperienza di una nuova generazione, piuttosto che continuare a pagare il conto senza fine di quelli che ci hanno portato a questo disastro.
Con buona pace del Burattinai disoccupati Social Club.

ChiBo

4 commenti:

  1. beh, mi limito (non me ne vorrai) a sparare sulla croce rossa.

    se il "nuovo che avanza impetuoso" (la "fantastica" classe dirigente del PD renziano) è composta da personalità "forti e autorevoli" tipo Pina Picierno, Alessandra Moretti, Ivan Scalfarotto e altri, tutti specialisti e specializzati nella (grottesca) salita sul carro del "vincitore del momento", beh...

    mi verrebbe (quasi) da dire: arridatece baffino!

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  2. Beh, se il vecchio che resiste sta nella visione del tacchino sul tetto, non c'è neanche bisogno di appellarsi alla Croce rossa, gli hanno già sparato gli elettori.

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  3. però, una volta o l'altra, un "posticino" (inteso come piccolo post) su questi giovani (più o meno) virgulti che dicono sciocchezze (eufemismo) ogni volta che aprono bocca, dimostrando uno spessore politico da ricercare con il microscopio, potresti anche farlo, no..?

    in fondo, penso che vedere oggi tra gli (assatanati) ultras renziani questa pletora di ex veltroniani, ex bersaniani, ex lettiani, faccia un po' (sor)ridere anche te.

    opportunismo, portami via...

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  4. L'opportunismo, in politica, c'è sempre stato, la differenza, come sempre, sta nel manico, è quello ad essere cambiato, e ad aver rotto uno schema consociativo consolidato durato settant'anni. Dunque, poco importa se alcuni ci hanno creduto dall'inizio ed altri si sono aggiunti dopo, la politica contemporanea è fatta dai leaders, e nessuno ricorderà mai le 46 correnti interne del Pd bersaniano, men che meno le rimpiangerà.

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