lunedì 17 novembre 2014

A carte scoperte

Il gioco degli equivoci che ha caratterizzato tutta la Seconda Repubblica, impostata su un bipolarismo fasullo che ha aggravato la paralisi decisionale della nostra politica malata, è arrivato alla fase finale, un po' per la propria debolezza di fondo che non poteva reggere oltre l'esasperante rito della concertazione come eterno rinvio della ricerca di soluzioni, e molto per l'urto inevitabile e pressante con la reale condizione del paese, bloccato in tutto e non più in condizioni di sopportare ancora lo stallo asfittico  cui si erano inchiodate da sole le istituzioni, i partiti, i governi.
Oggi, sia pure ancora con molte incognite dovute soprattutto al sopravvivere di vecchie e malsane abitudini politiche, ci stiamo faticosamente avviando là dove, se avessimo avuto coraggio, visione del futuro e senso di responsabilità, avremmo dovuto doverosamente collocarci dopo Tangentopoli e Mani Pulite, se fossimo stati pronti a mettere da parte un sistema malato e corrotto che infine era imploso, mostrando il suo vero volto, i suoi evidenti limiti e le sue tossiche attitudini passatiste e conservatrici consolidate da un metodo concertativo che, nel fittizio gioco delle parti, vedeva in realtà tutti d'accordo in difesa delle proprie rendite di posizione. Ma pronti non eravamo, ed abbiamo pagato il prezzo altissimo di ulteriori vent'anni perduti che oggi ci schiacciano sotto un ritardo abissale e difficile da colmare in poco tempo, ma almeno un passo avanti lo abbiamo fatto, prendendo atto degli errori del passato ed acquisendo la consapevolezza che questo paese va risollevato partendo da un fondamentale obiettivo che è quello della chiarezza. Prima di tutto verso gli elettori.
Le coalizioni acchiappavoti che hanno caratterizzato la Seconda Repubblica, ammucchiate di sigle divise su tutto e dunque incapaci di governare, una volta incassato il voto, per eccesso di spinte centrifughe e di veti incrociati, di rivalità interne e di posizionamenti conservativi, sono ormai improponibili ad un elettorato che chiede chiarezza di intenti e di programmi e non è più disposto a tollerare ambiguità e galleggiamenti di alcun genere. E in questo senso, è un bene che la legge elettorale in discussione spinga sul voto di lista, invece che di coalizione, perchè questa è prima di tutto una assunzione di responsabilità nei confronti degli elettori, un obbligo di chiarezza di posizioni e di contenuti cui tutti sono chiamati, una volta per tutte, senza pretendere di far parte di un gruppo solo per velleità di governo, ma lavorando poi ogni giorno per minarne la stabilità e l'operatività dall'interno solo per un misero gioco di forze correntizie in perenne misurazione del proprio potere di veto.
Dunque, la nascente "cosa rossa" a sinistra del Pd, è bene che si costituisca e si definisca al più presto, sommando i resti di Sel, la minoranza sconfitta dei Fassina, dei Civati, dei Cuperlo, la parte identitaria che si specchia ancora nella CGIL, per poi presentarsi finalmente con chiarezza e trasparenza all'elettorato, sulla base di un proprio programma di governo, e non più annidata nelle fila del Pd, pronta a rimettere in discussione ad ogni piè sospinto decisioni prese a maggioranza dalla Direzione del partito, dilatando così all'infinito i tempi del cammino delle riforme. È bene, ma soprattutto è necessario e doveroso, che costoro, preso atto della loro diversità antropologica e culturale, prima ancora che politica, dalla maggioranza attuale del Pd, si stacchino e portino la loro lotta all'esterno, in campo aperto, a viso scoperto, rischiando in proprio e, prima di tutto, sottoponendosi al giudizio degli elettori, come avviene in democrazia.
Questo comporterà di certo due vantaggi: il primo, una chiarezza di offerta politica nei confronti dell'elettorato che saprà esattamente entro quali termini si muoverà il Pd, ed entro quali termini si muoverà invece la "cosa rossa" e potrà dunque scegliere senza dover poi pagare il prezzo di ambiguità e di postumi riposizionamenti dopo il voto, nell'eterno gioco delle correnti e degli sconfitti che vogliono invece comportarsi da vincitori. Il secondo vantaggio sarà per tutti, ovvero quello di poter finalmente distinguere con chiarezza fra le forze in campo, tra una sinistra riformista, collocata nell'ambito delle forze europee dello stesso avviso, ed una sinistra antagonista e passatista che è andata a cercarsi un leader greco per presentarsi alle ultime elezioni e che, nel nostro paese, riunisce un fronte di leaderini minimi, da Vendola in giù, costretto a fare aggio sulle manifestazioni sindacali per presentarsi in piazza, ed a rimangiarsi tutto quanto sostenuto a suo tempo firmando programmi di coalizione - in primis, l'europeismo professato dal Pd - ora che il partito non è più "cosa loro". E d'altronde, nelle democrazie evolute si distingue sempre una sinistra riformista da una estrema e conservatrice, dunque a questo dobbiamo arrivare anche in Italia, uscendo una volta per tutte dal comodo terreno dell'ambiguità che è stato solo fertile coltura di rendite di posizione per personaggini che, altrimenti, mai nessuno avrebbe nemmeno sentito nominare.
Lo stesso processo si sta avviando a destra, dove Salvini ormai parla chiaramente di voler costituire una destra lepenista - e non più un centrodestra, per totale dissoluzione del centro - e giustamente si rivolge alla Meloni, anche se poi, con quella furbizia bertoldesca che lo contraddistingue, non rinuncia ai giochetti della vecchia politica, stringendo alleanze locali con Forza Italia - come ha fatto di recente in Toscana, per le prossime elezioni regionali - mentre a livello nazionale annuncia di voler scaricare Berlusconi. È evidente che, in territori dove raccoglie poco o nulla in termini di voti, Salvini miri a limitare il danno alleandosi con chi pure dichiara di voler rinnegare, ma in termini generali vale anche qui quanto detto per l'area di sinistra, ovvero che la costituzione di un soggetto di destra, senza ambiguità programmatiche e con intenti dichiarati, farà chiarezza anche in questo campo, e distinguerà fra una destra moderata - che resiste nel Patto del Nazareno, per volontà del solo Berlusconi, ma è inesistente in termini di leadership e programmi, come sempre, al di fuori di lui - ed una estremista, consentendo dunque agli elettori di fare una scelta chiara e netta, senza manfrine postume come quelle che abbiamo visto consumarsi negli anni tra Bossi, Fini e Casini, tutti in gara per il delfinato, e tutti sconfitti dalle proprie ambizioni. Senza alcun rispetto di chi li aveva votati entro una sola coalizione.
In questo quadro, scompare il cosiddetto "centro" che poi è stato la vera, profonda, immobile palude che ha fin qui fagocitato ogni scintilla di movimento riformista ed ha impedito ogni tentativo di cambiamento, avviluppandolo nelle spire dei propri riti paralizzanti. Il bipolarismo vero prevede forze chiare e definite, posizionate e dichiarate, non ha centri ma regole precise: chi vince governa e se ne assume la responsabilità di fronte agli elettori che hanno potuto esprimere il loro voto senza ambiguità o rischi di veder poi rovesciati i programmi all'interno del partito da loro votato. Si gioca a carte scoperte, come è giusto che sia in una democrazia matura, quella che non siamo mai stati ma che forse, stavolta, alla buonora, diventeremo.

ChiBo

14 commenti:

  1. ineccepibile questa disamina all'insegna delle "carte scoperte".

    come darti torto..? impossibile.

    d'altra parte, mi piace ricordarti che questa politica (delle carte scoperte) non valeva ancora al tempo delle primarie di un anno fa, quando Renzi presentò la sua candidatura a segretario del PD "dimenticandosi" di dire che la sua intenzione era quella di "patteggiare" con Berlusconi e, cosa più importante, che aveva in animo di defenestrare Letta da lì a poche settimane.

    io me li ricordo i suoi proclami... mai più al governo senza passare dal voto, mai più governi di coalizione, #enricostaisereno, etc...

    dove'erano allora le carte scoperte..?

    e poi, a proposito di "rimettere in discussione ad ogni piè sospinto decisioni prese a maggioranza dalla Direzione del partito"...

    forse (?) non ti ricordi cosa successe ai tempi dell'elezione del Presidente della Repubblica, quando la maggioranza nel PD era bersaniana, e Renzi (con la sua minoranza) sconfessò le decisioni di Bersani: prima apertamente, quando fece votare dai "suoi" Chiamparino anzichè Marini, e poi segretamente (in combutta con D'Alema) quando impallinò Prodi.

    te lo ricordi quel famoso detto..? chi è causa del suo mal...

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    1. Caro amico, come sempre metti insieme cose che, invece, insieme non vanno. E per di più del tutto fasulle. I 101 erano dalemiani, e mai nessuna combutta ha legato Renzi e D'Alema, mi pare che le costanti dichiarazioni livoroso di quest'ultimo siano la prova di una insanabile frattura iniziata molto prima della elezione del capo dello stato. Renzi disse pubblicamente che non avrebbe votato Marini, e così fu. Secondo, Renzi fu eletto Segretario - quasi due milioni di voti dell'elettorato Pd - con un programma chiaro di riforme, e come primo atto scrisse a tutti i leader di partito per confrontarsi su questo programma. Grillo e Lega si sono tirati fuori, gli altri, non solo Berlisconi ma anche Alfano, Scelta civica e inizialmente persino Sel, hanno invece accolto l'invito, le riforme si fanno con chi ci sta, e si tenta di allargare la platea il più possibile, se si vuole rispettare la democrazia della rappresentanza, sennò si fa come la destra che si fece la legge elettorale da sola, e non mi pare un buon esempio. Terzo: qui si parla di sistema bipolare, e di assunzioni di responsabilità di fronte agli elettori in previsione delle prossime elezioni politiche con una nuova legge elettorale. È però il Presidente della Republvica che decide se sciogliere le Camere oppure conferire un nuovo mandato, cosa che negli ultimi a ni ha fatto tre volte, prima con Monti, poi con Letta ed infine con Renzi.

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    2. P.s. E naturalmente, il governo di coalizione è il lascito della strepitosa "non vittoria" di Bersani alle politiche, eh.

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  2. a parte il fatto che è tutto da dimostrare che "i 101" fossero interamente "al soldo" di D'Alema, a parte il fatto che Renzi e D'Alema (ammesso e non concesso) hanno rotto i rapporti molto di recente, a parte il fatto che Napolitano, a febbraio, ha semplicemente preso atto che il PD aveva deciso di defenestrare Letta (!), a parte tutto questo, beh...

    tu dici che Renzi aveva pubblicamente comunicato che non avrebbe fatto votare (dai suoi) Marini.

    ma come..? non sei tu quella che difende (a spada tratta) la disciplina di partito..?

    quindi..?

    è un valore adesso (la disciplina di partito) e prima non lo era..?

    interessante teoria...

    ora che Renzi ha il potere in mano, pretende che TUTTI si adeguino, mentre prima, dopo essere stato bastonato alle primarie ed essendo in minoranza, voleva le mani libere, comportandosi come un Civati qualunque.

    the times they're a changing.

    per fortuna, però, io ho buona memoria.

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  3. p.s. se proprio vuoi citare il programma (delle primarie 2013) di Renzi, fai un servizio completo, ovvero... mai al governo senza elezioni, mai più governi di larghe intese, eccetera eccetera eccetera.

    ti faccio notare che ora siete al governo con il memorabile (e ineffabile) Angelino al ministero degli interni, e scusa se è poco.

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    1. Oltre alla buona memoria, io ho pure le fonti.
      1- disciplina di partito, Renzi perde le primarie con Bersani e lo accompagna in campagna elettorale, non solo, è l'unico del Pd ad andare in Firuli a sostenere la Serracchiani, gli altri non pervenuti.
      2- quasi due milioni di elettori del Pd scelgono Renzi segretario con un preciso programma, che diventa dunque a maggioranza programma del Pd. Questa non è disciplina di partito, ma rispetto del proprio elettorato.
      3- la frattura fra D'Alema e Renzi, come ampiamente documentato da entrambi, risale all'inizio del 2009, quando Renzi chiede primarie per scegliere il candidato sindaco di Firenze e D'Alema gli si oppone. Da allora, non hanno mai fatto pace, tanto che nel corso delle primarie contro Bersani D'Alema gli ha rivolto il peggiori titoli e persino minacce, vedi quella sera dalla Gruber in cui mandò il pizzino "Renzi si farà male se continua così".
      4- Il programma di Renzi riguardava nuove elezioni con una nuova legge elettorale e quindi, sì, "mai più larghe intese". Non ci sono state nuove elezioni, e ribadisco che la attuale maggioranza è il disgraziato lascito del disastro di Bersani.
      5- io non sono al governo con nessuno, non sono un politico e per di più non sono neanche iscritta ad un partito. Detesto la,logica del noi e voi, oltretutto sparata a casaccio. Ognuno parli per sè, da liberale io credo solo e soltanto nella assunzione di responsabilità individuale e non mi nascondo mai dietro vaghe comunità. Scrivo le mie opinioni personali e le firmo con il mio nome.

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    2. qualcosa mi sfugge..? adesso neghi di simpatizzare (eufemismo) per Renzi..? ci credo che non sei iscritta al PD (d'altra parte, quasi più nessuno lo è, manco fosse una vergogna..), ma se io scrivo "voi governate", inglobo tutto il mondo leopoldiano, che va da Serra a Farinetti a tutti quelli che hanno portato (votandolo alle primarie) il sindaco a scalare il PD, e di cui tu parli con tanto entusiasmo.

      altro che vaghe comunità o spari a casaccio.

      poi, riguardo alla faccenda del programma renziano, ma di che parli..?

      Renzi ha vinto le primarie quando già il Parlamento era in funzione da mesi, e i parlamentari del PD erano stati eletti con ben altri programmi (giusti o sbagliati che fossero) e allora perchè non perdi occasione per bersagliare di critiche Fassina, Civati e tutti gli altri..?

      quando Renzi avrà un Parlamento legittimato da elezioni politiche, allora potrà dire di parlare a nome di un elettorato che lo ha voluto lì sulla base di idee e programmi.

      a meno che tu consideri elettorato i 2 milioni delle primarie.

      al che io ti potrei rispondere: allora, elettorato era anche quello che votò Bersani alla vittoria contro Renzi, ergo perchè mai lo sconfitto (Renzi) non accettò di eleggere al Quirinale il designato Marini..? non valeva in quel momento il principio (per te, evidentemente, sacro) della maggioranza che decide e gli altri si adeguano?

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    3. Ma di cosa parli tu, semmai, che o non leggi quello che ti rispondo oppure non distingui i passaggi e le differenze.
      - "simpatizzare" e militare sono due cose ben diverse. Io simpatizzo anche per Obama, e non posso dire di governare con lui. Simpatizzo anche molto per la Fiorentina, il che non fa di me la socia occulta di Della Valle.
      2- il mondo della Leopolda, come lo chiami con disprezzo che la,dice lunga, io l'ho seguito sin dall'inizio per lavoro, in sala stampa, tanto per cominciare, ed è composto da migliaia di cittadini che hanno pari dignità degli altri, che vanno lì a loro spese, che partecipano al confronto ed alla discussione. Il progetto politico che ha preso vita lì si è avvicinato alle mie idee, quindi l'ho sostenuto. Punto.
      3- in quindici anni che scrivo di politica, ho sempre criticato duramente i Berdsni, i D'Alema, i Bertinotti prima e i Vendola poi, per finire con Fassina, Cuperlo e Civati, coerentemente non li ho mai votati, non avendo mai condiviso neanche una virgola dei loro programmi ma, prima ancora, delle loro idee, della loro visione del mondo e della politica.
      4- Renzi è stato eletto Segretario del Pd sulla base di un programma, perchè così funziona nel partito, ogni candidato presenta un programma che prima viene discusso e votato nei circoli degli iscritti e poi passa dalle primarie aperte agli elettori. Niente programma, niente candidatura. Il suo programma ha vinto, e su quella base, da Segretario, ha aperto le consultazioni sulle riforme. Non ho scritto da nessuna parte che sia stato legittimato a governare dalle primarie, nè mai lo farei, essendo una minchionata bella e buona, ho semplicemente detto che l'elettorato del Pd lo ha scelto per guidare il partito sulla base di un programma politico che non era quello di Bersani - che infatti alle politiche non aveva vinto. Quel programma è diventato di governo, quando Napolitano lo ha chiamato a fare il Premier.
      5- la questione Marini nacque proprio perchè il suo nome era stato scelto senza convocare la Direzione nazionale. Infatti, Bersani fu poi costretto a convocarla e ci fu una votazione che bocciò Marini e scelse Prodi. Ma il giorno dopo in Aula, 101 franchi tiratori a scrutinio segreto lo hanno impallinato.
      Detto questo, troverei molto più interessante questa discussione se invece di manipolare quello che scrivo, tu esprimessi le tue opinioni che, perdonami, ancora mi sfuggono del tutto. Soo più interessata alle idee che a questo banale rimettere i puntini sulle "i" ripercorrendo storie che no seguito da vicino ed in prima persona, e sulle quali, come ti ho scritto sopra, oltre che buona memoria ho fonti precise, per cui non devo rimescolare continuamente le carte come fai tu.

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    4. le mie opinioni su cosa..? tra le righe, mi pare di avertele dette.

      parli di (mio) disprezzo per la Leopolda..? errato, Mademoiselle.

      io disprezzo (per così dire) le minchiate, da chiunque provengano, che si chiami Renzi o Berlusconi o Grillo o Salvini.

      e se Renzi (me lo ricordo bene) è andato a Palazzo Chigi dopo aver (ripetutamente) rassicurato Letta e dopo aver detto (nella campagna delle primarie) che mai ci sarebbe andato senza (prima) passare da elezioni, beh... secondo me ha fatto una minchiata o bischerata (come diresti tu).

      è mai possibile che (per te) Renzi faccia sempre tutto al meglio..? non sbaglia mai..? non dice cazzate come ogni essere umano..?

      davvero non ha fatto una minchiata, disdegnando di andare a Genova quando ci fu l'alluvione di qualche settimana fa, perchè "non si fanno passerelle elettorali"..?

      e come dovremmo chiamare le comparsate che ha fatto, invece, in questi mesi..? per esempio, andando nella stessa Genova, quando ci fu il trasferimento della Costa Concordia, oppure a Fiumicino, per accogliere i 30 bimbi dal Congo.

      quelle non sono state passerelle elettorali..?

      io non sopporto questi atteggiamenti, questo mettere la faccia solo quando le cose vanno bene, e mandare invece altri quando c'è da raccogliere insulti.

      stranamente, in nessuno dei tuoi post ho letto la benchè minima critica a Renzi, al suo Governo e agli esponenti di "punta" del partito.

      boh, si vede che al Governo sono arrivati gli infallibili, i fenomeni, i nuovi unti del Signore.

      forse non hai sentito quello che hanno detto certi personaggi, ad esempio, sul sindacato, sugli scioperi, sulla gente in piazza..?

      quello si che è disprezzo, allo stato puro.

      io non ho nulla (te lo ripeto, nulla) a prescindere contro nessuno.

      pur mancandomi le tue fonti, riesco ancora a capire chi è coerente e chi non lo è, chi dice una cosa e poi fa il contrario, chi salta sul carro del vincitore di turno, e via così.

      e sono tutte queste le cose che non sopporto.

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    5. Bene, dunque il quadro è chiaro. Se non la penso come te, sono appiattita sul governo. Per il resto, tra le righe, scusami, non vedo altro. Anzi sì, ti rispondo puntualmente per argomenti, li numero persino, ma tu li ignori e ripeti le stesse cose come un disco rotto. Le minchiate, la Leopolda, le passerelle.....dovrei farti un altro elenco di occasioni in cui è stata messa la faccia sulle contestazioni, oppure rettificare il presunto "disprezzo" per la piazza - desunti da dichiarazioni, peraltro distorte, di una sola persona che ha parlato a titolo personale - o rifare la storia dei nove messi di immobilismo di Letta a fronte di un Napolitano che era stato rieletto dietro promessa di fare riforme subito, con una Commisisone riforme nominata e mai riunita.....tempo sprecato, a te non interessa, e neanche a me a dire il vero. Ognuno resta della propria idea, si tiene le proprie convinzioni - le tue, semmai, non pervenute - ed impegna il proprio tempo libero a fare cose più interessanti, invece di state qui ad annoiarci a vicenda. Questo, come ti ho già detto, non è un confronto sulle idee, ma solo su personali avversioni appena appena mascherate da motivazioni nobili. E per questo bastano già le quotidiane dichiarazioni di Fssina e Civati, grazie.

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  4. p.p.s. forse hai fatto un po' di confusione, riguardo il livore tra Renzi e D'Alema.

    non ricordi una visita del pugliese al sindaco di Firenze, prima delle primari 2013, con successive dichiarazioni "al miele".

    e non ricordi la presenza di Renzi, pochi mesi fa, alla presentazione di un libro scritto dal baffino.

    altro che "fratture" risalenti a prima della rielezione di Napolitano (febbraio 2013).

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    1. La visita di D'Alema fu un tardivo andare a Canossa che non sortì effetti, infatti le dichiarazioni al miele le rilasciò lui, non Renzi. Quanto alla presentazione del libro, in un mondo civile si può avere rispetto senza per questo cambiare idea. Renzi presenziò come Segretario di partito, e certo è venuto più senso di educazione da lui che dagli altri.

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  5. Analisi lucidissima. Tanto è vero che sul Corsera di ieri Mario Benotti si poneva l'annosa, ma ora urgente, questione se oggi è necessario, alla lude della dissoluzione del berlusconismo finto popolare di FI, un nuovo impegno dei cattolici per la ricostruzione o meno di una novella democrazia cristiana oppure prendere atto della fine "di ogni possibile stagione del cattolicesimo politico". Ed è un problema serio, che certo la destra leghista di Salvini e quella neofascista di Meloni nn risolvono. E' insomma,, questo, un mondo in evoluzione. Due riflessioni su quanto hai detto Chiara: credo che l'irruzione di Renzi nella lotta politica italiana ha sconvolto tutto il quadro. Il repentino passaggio del Pd dal 25-26% al 39-41% non si spiega solo con il fatto che Renzi ha assorbito l'elettorato moderato del centro exforzaitalia. Certo è che i circa tre milioni di voti del Psi craxiano, voti moderatamente progressisti e laici (quelli che Cicchitto considerava nemici giurati dell'expci anticraxiano e giustizialista,) sono passatti pari pari al Pd, e sono consolidati visto che Renzi ha estromesso la vecchia guardia di Botteghe Oscure, ossia D'Alema e compari. Due. Sulla falsariga di quanto hai affermato su certa sinistra conservatrice, aggiungo che La verità ultima è che questa (pseudo)sinistra giustizialista, demagogica parolaia, radical-scem, è quella che voleva servirsi delle sentenze dei giudici per abbattere Berlusconi e la destra, mentre ora vuole piegare la sinistra riformista, liberalsocialista, progressista e modernizzatrice di Renzi servendosi, strumentalmente del maglio sindacale della Fiom e, in parte della Cgil, in apparenza per difendere i “diritti” dei lavoratori, ma in effetti per difendere la propria casta e il parassitismo ideologico-burocratico. Ma non passeranno.

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    1. Nessuno sente il bisogno di un nuovo partito cattolico, neanche la Chiesa, che negli ultimi anni ha ritenuto più utile avere cattolici in tutti gli schieramento piuttosto che da una parte sola, ma che oggi fa i conti con quella che potremmo definire la vocazione maggioritaria di Papa Francesco, che punta ad essere trasversale ed inclusivo. Quanto al resto, i voti socialisti trovano oggi collocazione in una sinistra riformista che non a caso è finalmente entrata nel Pse, dopo averne parlato invano per anni, e che si è liberata dei resti tossici del fu Pci. Di cui fa parte anche la CGIL.

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