mercoledì 14 settembre 2016

Mission Di Maio

La congiura dei poteri forti si è finalmente rivelata in tutta la sua devastante dirompenza, volta a sovvertire ogni certezza fin qui faticosamente conquistata dal genere umano.
Per gettarci nel panico, nutrirci di sconforto, opprimerci di tristezza e tormentarci di sciocchezze fino a ridurci alla nera convinzione che nulla ci resti cui aggrapparci, ci voleva un agente letale, inoculato nelle nostre fragili vene di antichi cultori del sapere e del pensiero critico, che riuscisse a fare a brandelli quel poco di sicurezza che ancora ci restava. E fu così che venne creato Di Maio.

La selezione del gene fu durissima. I poteri forti, riuniti in seduta permanente nel Cloud della Casaleggio s.r.l, si sono sciroppati con attenzione maniacale le migliaia di video delle Parlamentarie grilline, storica lotteria che ha messo in palio l'occasione della vita, ovvero entrare in Parlamento ed accedere al magico mondo degli stipendi d'oro e dei vitalizi di platino senza saper fare assolutamente nulla ma, soprattutto, senza avere alcuna preparazione e, Dio ne guardi, cognizione di qualsivoglia settore dello scibile umano. Unici requisiti richiesti: credere alle scie chimiche, all'esistenza delle sirene ed agli avvistamenti di Elvis Presley in tutti i diners lungo la Route 66.

Una volta esclusi i collezionisti di nani da giardino, i fans dei Puffi, i pericolosissimi ex fumatori convertiti al salutismo, gli scambisti di figurine Panini, i frequentatori dei Fancazzisti Anonimi ed i pastafariani, è finalmente risultato il soggetto perfetto: uno studente fuori corso da una vita e dunque in nessun caso imputabile di sapere qualcosa, con la faccetta da Calimero fatta apposta per piacere alle mamme, un'aria da impunito che scansati ed una collezione di giacchette blu mai usate pronte per le telecamere. Perfetto per la missione, mancava solo il claim con cui lanciarlo, e fu qui che con un autentico colpo di genio il Grande Vecchio dei poteri forti, uno che spaccava computer nei teatri a beneficio delle masse plaudenti ma poi in privato con quegli stessi computer ci si arricchiva assai, grazie alle masse di cui sopra, decretò: lo chiameremo "ragazzo meraviglioso" e lo lanceremo sul mercato come il mirabolante prototipo dell'uomo del futuro, quello che non deve chiedere mai perchè non sa fare le domande ed in ogni caso non capirebbe le risposte. Figuriamoci se poi gli dovessero arrivare per e-mail.

Fu così che Di Maio entrò nelle nostre vite e le cambiò per sempre.
Prima ci tolse i congiuntivi, rendendo il nostro colloquiare un incerto vagare fra tempi dei verbi buttati là a casaccio e generando equivoci a non finire. Non si contano gli appuntamenti saltati per un "se io verrei" dai più scambiato per "io vorrei, non vorrei, ma se vuoi" che hanno causato un aumento esponenziale dei divorzi nel nostro paese.
Poi ci tolse la Costituzione, martellandoci ad ogni esternazione con la novella del Premier "non eletto" invece di confessare di non aver mai sostenuto l'esame di Diritto Costituzionale, avendolo scambiato con un credito in Fenomenologia della Supercazzola applicata alle masse.
Di seguito rovinò per sempre l'onesta professione di Webmaster, fin lì l'unica attività di cui si era autoaccusato, confessando la sua totale incapacità di comprendere il contenuto delle e-mail ricevute.
Infine il doppio colpo da maestro con cui è riuscito a far fuori contemporaneamente la storia e la geografia, piazzando Pinochet in Venezuela, che è bella eh, per carità, ma io non ci vivrei mai, troppo umida e inzeppata di gondole e turisti.

Così ci ha messi in ginocchio: privi di grammatica e sintassi, del tutto incerti sulla Costituzione, disancorati da ogni riferimento geografico, derubati della memoria storica, ormai alla deriva in un mondo che di colpo ci risulta ignoto ed incomprensibile, vaghiamo alla ricerca di Raggi di luce. Che, si sa, son come gli assessori al bilancio a Roma: a trovarli.......

ChiBo

2 commenti:

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  2. Un solo appunto: il conflitto d'interessi col congiuntivo è stato brevettato dal Dibba. Bravo in Italiano tanto quanto il Di Mail lo è in Storia e in Geografia.

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