lunedì 26 gennaio 2015

Tsi-nistrati

A saperlo prima, ci saremmo dichiarati tutti greci già da mesi, evitando scontri politici accaniti quanto improduttivi, impasse parlamentari, minacce di scissioni e tutto l'armamentario che la "vera sinistra", quella irrimediabilmente affezionata alla sconfitta garantita, ha messo in campo dopo che alle elezioni del maggio scorso l'altra sinistra, quella inopinatamente finita in mano a Renzi, era invece riuscita clamorosamente a vincere, come mai prima nella propria storia. Una cosa inammissibile, perbacco, non si tradiscono così gloriose e consolidate tradizioni da perdenti.
E dunque, si sono alzate barricate da far invidia ai più ferventi giacobini, che mai ebbero fra le loro fila eroici combattenti del calibro di Mineo e Chiti, per dire, pronti ad immolarsi nella lotta per impedire l'abolizione del bicameralismo perfetto, e l'approvazione di una legge elettorale con soglia di sbarramento e premio di maggioranza, agitando impavidi la bandiera della democrazia in pericolo, minacciata addirittura nella sua stessa sopravvivenza. Intanto che altri giganti del pensiero politico, gente come Civati e Fassina, mica Cip e Ciop eh, denunciavano incessantemente l'orrido Patto del Nazareno per le riforme, e la coalizione di governo con un frammento di centrodestra, come prove sicure e certo scandalose di una deriva leaderista e fascista da contrastare con ogni mezzo.
Eppure, sarebbe bastato evocare Tsipras e la Grecia, possibilmente nella stessa frase, per evitare tutta questa agitazione; se a fine maggio, dopo il sonante risultato delle europee, Renzi avesse fondato la brigata Kalimera, invece di perder tempo ad abolire il Senato, per esempio, oggi dormirebbe fra due guanciali e certo si sarebbe risparmiato mesi di estenuanti diatribe sul nulla.
Perchè la Grecia è la soluzione, e Tsipras il suo profeta. La Grecia che ha un Parlamento monocamerale, una legge elettorale con soglia di sbarramento ed un premio di maggioranza che va al primo partito indipendentemente dalla percentuale di voti presa: ma tutto ciò è bellissimo, democraticissimo, anzi, ma vedi come si sono modernizzati 'sti greci, e non hanno neanche uno straccio di un Chiti a bastonarli perchè due camere sono necessarie - doppi servizi, inclusi, naturalmente.
E questo Tsipras, sì, che è un vero rivoluzionario, perbacco, dice che vuole cambiare verso all'Europa - ah vi sembra di averlo già sentito dire a qualcun altro?! Ma no, ma dai, magari in Italia avessimo uno così. Che vuole uscire dall'euro, ma anche no. Che vuole cancellare il debito, ma poi invece finirà per rinegoziarlo, che trascina le folle e governa da solo - chè leader, in greco, non è mica una parola che odora di fascsimo, per carità - anzi, no, fa l'accordo con la destra antieuropea, ma a questo proposito solo persone di provata e cieca malafede potrebbero sostenere che sia un governo con la destra, e per di più quella modello lepenista-salviniano che invece da noi sta all'opposizione, no, questo è un capolavoro di ingegneria  politica che rovescerà le sorti del mondo e traccerà una nuova via per il progresso di tutti noi.
Insomma, un trionfo, specie quando il consigliere economico di Tsipras ha dichiarato che vuol seguire il modello Renzi, ma questa frase è andato lost in translation nell'euforia dei festeggiamenti, figurarsi se Nichi, Pippo e Stefano, meglio noti come Kalimera's Brothers,  avrebbero mai fatto tanta strada per sostenere uno simile a quello che avevano già in casa loro senza peraltro esser riusciti a liberarsene.
No, la verità è che Tsipras è fortunato perchè gli accordi di Schengen non si applicano ai politici e vige ancora la regola che ognuno debba candidarsi in casa propria. Perchè se gli eroi della brigata Kalimera si fossero candidati con lui, il loro eroe avrebbe perso le elezioni clamorosamente ed ora si troverebbe costretto ad almeno due mesi di trattative in streaming con Civati a fare da pontiere. E da Kalimera a Kalispera, si sa, il passo è breve.

ChiBo  

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