mercoledì 25 settembre 2013

Le donne, la tavola, il potere



Ci sono due modi per affrontare i problemi: uno con le chiacchiere, che lo seppelliscono sotto il tappeto della fumosità, l'altro con le azioni, per risolverlo davvero.
In un paese come il nostro, all'ultimo posto in Europa per l'occupazione femminile, indietro anni luce - persino al Ghana - nella presenza delle donne ai piani alti del potere, pubblico e privato, si privilegiano da sempre le chiacchiere, e questo spiega bene il nostro arretramento, che è prima culturale e poi sociale e politico.
Dunque, ha vita facile chi, come la Presidente della Camera Laura Boldrini, si diletta con il vecchio gioco del dito e della luna: invece di affrontare tutte le cause, e sono tante, dei problemi delle donne in Italia, ci si balocca con gli stereotipi con cui si va a colpo sicuro per garantirsi un bel titolo ad effetto sui giornali e la giusta aureola di paladina dei diritti femminili seduta sullo scranno della terza carica dello stato, cosa che dovrebbe rassicurarci alquanto sulle nostre sorti future.
Per cui sotto con le critiche a Miss Italia, con le accuse alle pubblicità che mercificano il corpo delle donne, ed ora con gli spot pubblicitari che mostrano le madri che servono in tavola il pranzo alla famiglia - come al solito, fa chic e non impegna.
Perchè le scelte individuali ed insindacabili di cui ogni donna è titolare - compresa quella di mostrarsi nuda, se le va - non hanno nulla, ma proprio nulla, a che vedere con la situazione in cui vive, che è quella di un arretramento culturale mai affrontato in un paese dove tutto, a cominciare dagli orari di lavoro e delle scuole, è declinato al maschile, perchè pensato, progettato ed attuato da un establishment di soli uomini.
Ed è molto facile vedere il dito - ovvero l'immagine - invece che la sostanza - ovvero la struttura irrimediabilmente maschilista della nostra società. E tacere una verità scomoda, cioè che la colpa è anche nostra, di noi donne intendo.
Che siamo rimaste indietro di secoli, continuando a vedere nell'altra donna la nemica che ti può portare via l'unica fonte di sostentamento, ovvero l'uomo, e dunque non siamo in grado di fare davvero sistema e fronte comune; che se e quando arriviamo ad occupare una posizione di potere ci comportiamo peggio degli uomini, chiudendoci nel nostro guscio e non facendo crescere altre donne insieme a noi; che alimentiamo la politica della tutela, mettendoci troppo spesso sotto l'ala protettrice di un uomo, sia esso politico, imprenditore, marito, padre o amante, invece di avere il coraggio di combattere battaglie di merito e di pagarle in prima persona. Chè quelle costano assai, e ti lasciano ai margini del sistema, come ben sanno le donne che le affrontano quotidianamente e di cui nessuno, salvo radi casi, parla mai.
E quindi, cara Presidente, mi permetta di dissentire: il problema non è la madre che serve il pranzo in tavola alla propria famiglia, il problema è la donna che serve alla tavola dei potenti per raccogliere le briciole del potere maschile di cui, poi, farà quasi sempre pessimo uso.

ChiBo

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